Il lavoro a distanza è stato, e continuerà, ad essere uno dei cambiamenti più importanti con cui il mondo del lavoro si è misurato nei mesi scorsi. E’ destinato a restare in campo dopo l’emergenza, e comunque anche le attuali misure del governo, che lo estendono per fronteggiare la seconda ondata della pandemia, ne rendono più cogente l’attualità e il bisogno di regolazione.

Ha ragione Michel Martone, curatore del volume ‘Il Lavoro da remoto’ (LaTribuna Editore), quando con giustificata enfasi rileva come quello dei mesi scorsi – e probabilmente nei mesi a venire – sia da considerare come il più grande evento di mobilità collettiva del terzo millennio.

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